Carlo Scarpa è un nome ed una firma inconfondibile nell’architettura veneziana del novecento. Passeggiando per Venezia è naturale entrare in contatto con almeno una delle sue opere e riconoscerle, grazie ai tratti distintivi coerenti e costanti, è altrettanto semplice.
Progetti ai Giardini della Biennale, Il Monumento alla Partigiana, la fondazione Querini Stampalia a Santa Maria Formosa, il Negozio Olivetti in Piazza San Marco e l’ingresso dell’Università IUAV sono solo alcuni dei suoi interventi nella laguna.
Tra tutti il progetto più centrale, perché collocato al perimetro di piazza San Marco, è il Negozio Olivetti. Un lavoro progettuale e di interni che mette in contatto architettura, industria e tecnologia.
Negozio Olivetti a Venezia
Carlo Scarpa riceve l’incarico di disegnare l’attuale Negozio Olivetti dopo aver ricevuto, alla fine del 1956, il Premio Olivetti per l’architettura. Il luogo destinato al progetto è sotto i portici delle Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco, e doveva essere destinato ad accogliere le esposizioni dei prodotti dell’industria Olivetti.
Qui Carlo Scarpa, insieme al suo committente Adriano Olivetti, introduce una nuova concezione del termine ‘negozio’ che più si avvicina alla nostra idea di showroom o vetrina, decisamente all’avanguardia per l’epoca. Linee pulite, materiali semplici e pochi, acqua, geometria, richiamo all’industria.
Acqua, legno, marmo, pietra, ferro, mosaico, vetro di Murano e luce ricorrono sempre nelle opere dell’architetto veneziano ed anche in questo progetto non mancano. L’acqua, elemento ricorrente a Venezia, dialoga con il negozio dal canale retrostante ed a volte, complice l’alta marea, vi entra.
Il progetto deve rispettare l’idea del committente: un biglietto di visita dell’azienda, una vera e propria vetrina in piazza. L’opera progettata da Carlo Scarpa si inserisce, con uno stile del tutto indipendente, nell’architettura delle Procuratie Vecchie dallo stile veneziano- bizantino. Si può definire trasparente, il negozio è in dialogo con la città grazie a ampie vetrine al piano terra, mentre all’interno i piani su cui si articola sono visivamente connessi grazie a volumi vuoti ed a un ballatoio.
Un chiaro esempio di architettura contemporanea, dove il disegno tipicamente scarpiano unisce modernità e tradizione veneziana. La modernità si trova nelle forme e nella distribuzione dei volumi; la tradizione si ritrova nei materiali (vetro e legno principalmente) e nella tecnica del pavimento che riprende il terrazzo alla veneziana con tessere in pasta di vetro.
Attualmente il negozio, di proprietà delle Assicurazioni Generali, è affidato al FAI per la gestione a la tutela. Oggi all’interno del negozio Olivetti, restaurato, si possono vedere in mostra alcuni prodotti di rilievo firmati Olivetti. Grazie alla recente donazione al FAI da parte di Olivetti di un gruppo di macchine da scrivere e da calcolo storiche, è stata riallestita l’esposizione degli anni Cinquanta/Sessanta. Tra i modelli presenti non manca la celebre macchina da scrivere portatile Lettera 22, designer Marcello Nizzoli.
Sebbene già dall’esterno si percepisca quasi la totalità dello spazio interno, la visita all’interno è molto consigliata.
Chi è l’architetto Carlo Scarpa
Carlo Alberto Scarpa fu un Architetto veneziano tra i più importanti ed influenti del XX secolo. Nel suo percorso lavorativo si è occupato di arredo, interni, costruzioni, restauri e collaborazioni con grandi nomi, come Olivetti.
Nella sua carriera ricevette importanti riconoscimenti tra cui, oltre al Premio Olivetti, il Premio IN/Arch. (1962) e la Medaglia d’oro del Ministero per la Pubblica Istruzione per la cultura e l’arte (1962), il Premio della Presidenza della Repubblica per l’architettura (1967).
Tra le sue opere di maggior risonanza ricordiamo i restauri, tra cui il primo piano della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, e molti allestimenti museali, come quelli della Gipsoteca Canoviana a Possagno, della Galleria Nazionale di Sicilia a Palermo e di Castelvecchio a Verona. Non mancano progetti per privati, quali residenze e villette, luoghi di culto e commissioni pubbliche. Monumentale la Tomba Brion a San Vito D’Altivole.