Non più semplici baite o chalet. L’architettura d’alta quota prende forme minimal che si celano tra i venti freddi dell’inverno e si scoprono ai primi raggi di sole primaverili.
La tradizione si accosta al benessere delle Spa, al minimalismo del nord Europa e a grandi vetrate che permettono agli spazi di comunicare tra loro. Il paesaggio entra nelle sale e le camere si lasciano coccolare dalle coperte di lana, illuminate dalle notti stellate.
I materiali tradizionali restano autentici protagonisti, dal legno alla pietra. I nuovi spazi per l’architettura italiana d’alta quota li plasmano per concept sfiziosi ed espressivi. Nasce un paesaggio contemporaneo dove la natura non viene invasa bensì incorniciata.
Dal libro “Rifugi e Bivacchi – Gli Imperdibili delle Alpi” scrive Antonio De Rossi “Per l’architetto di oggi l’alta quota deve essere uno spazio patrimoniale quasi sacrale, da conservare e tutelare, in cui il rifugio diviene l’unica presenza antropica e artificiale accettata e permessa. Purché sia concepita come simbolo di innovazione tecnologica costante, ma anche (e soprattutto) di rispetto ancestrale ed eterno”.
Nuove architetture sulle vette italiane
Partiamo da una struttura che si è classificata tra le case più belle del 2018. Si trova nella splendida cornice di Siusi allo Sciliar e lo Studio Nao si è dedicato alla sua riqualifica: la storica Messner Haus. Il vecchio edificio brilla di nuova luce attraverso la lavorazione del design esistente del tipico maso di montagna. Si fonda su una solida base in pietra con strutture a vista in legno che ricalcano la facciata. La luce ne diventa elemento costruttivo con giochi di ombre incorniciando l’architettura nel suo contesto storico.
Dal lontano 1500 il Reichhalter Boutique Guesthouse di Lana, l’architettura d’alta quota viene ora invaso da pezzi di design vintage. Una struttura antica che viene popolata da un forte romanticismo di stile.
Tra le avanguardie alpine spunta dalla piscina a sfioro l’ Hotel Miramonti, sospeso sulla valle di Merano. Uno stile nordico che si abbina alla cultura dell’Alto Adige per nuovi livelli della calda ospitalità al profumo di essenze legnose.
Il famoso marchio di acqua minerale Levissima invece raggiunge la vetta dei 3000 metri per un suo progetto completamente immerso nella natura. E non poteva fare altrimenti per continuare a promuovere il suo legame con il territorio, più precisamente Cima Piazzi, vicino alla sorgente.
Si trova nel Parco Nazionale dello Stelvio e la terrazza si affaccia sulla vallata dominando il paesaggio circostante. Lo chalet offre un’esperienza unica e raffinata per un progetto innovativo e sostenibile verso il turismo di alta quota.
Anche gli interni di montagna si trasformano
Torniamo tra gli alberghi. Gli anticonformisti India Mahadavi e Joseph Dirand hanno inserito una struttura in muratura, stile urbano che riesce a mimetizzarsi tra le nevi di Courchevel, in Savoia. Tra le architetture d’alta quota l’Apogée Courchevel si avvolge di luci morbide e materiali caldi come il pino, la lana e il velluto. Un’ospitalità che proviene dall’ oriente, perfettamente ambientata nella fredda montagna italiana.
Anche la carta da parati può essere “boscosa” per il Montana Lodge & Spa tra le località sciistiche di La Thuile e Courmayeur. Inoltre la sua facciata è una nuova interpretazione di modernismo ambientato nella tradizione architettonica del posto. Offre il culmine dei sapori locali anche per il suo ristorante tipico regionale.