C’era una volta, in un paesino della Svizzera chiamato Dornach, un Goetheanum, sede di una società antroposofica.
Era un grande edificio in legno, già allora simbolo dell’architettura svizzera, con due maestose cupole ed al suo interno riccamente intagliato e dipinto.
La notte del 31 dicembre 1922, per mano di qualche malintenzionato, l’edificio prese fuoco e bruciò interamente. Oggi, al suo posto, c’è un nuovo Goetheanum interamente in calcestruzzo armato, sede mondiale della Società Antroposofica e della Libera Università di Scienza dello Spirito.
Questo è un triste paragrafo dell’architettura svizzera dietro alla nascita dell’attuale Goetheanum, conosciuto nei libri di storia dell’architettura come il primo e più grande edificio interamente in calcestruzzo armato di inizio ‘900, simbolo oggi dell’architettura svizzera e meta di molti appassionati di architettura, come noi! Meta di pellegrinaggio di molti seguaci dell’antroposofia, per cui l’edificio ha un’attività fervente tutto l’anno.
La storia di questo secondo edificio ha molte somiglianze con la Sagrada Familia di Anton Gaudì a Barcellona: entrambi sono edifici ispirati da forme organiche, entrambi sono stati solo iniziati dai loro progettisti e poi completati negli anni a seguire. Il primo ed il secondo Goetheanum furono voluti e disegnati da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia.
L’attuale Goetheanum dalla struttura imponente, massiccia, venne inaugurato incompiuto nel 1928 ed alcuni piccoli lavori proseguono tutt’oggi.
La forma dell’edificio riprende quella del cranio umano: articolata e mossa sul prospetto principale, liscia sulla parte retrostante. La facciata principale è rivolta verso ovest, caratterizzata dall’ ingresso sopra al quale c’è una grande vetrata che illumina le scale ed il grande ballatoio, ancor sopra un’altra apertura che di giorno appare grigia, mentre la sera si rivela una grande vetrata rossa, tripartita, illuminata dalla luce interna. Le vetrate possono essere paragonate a due grandi occhi che guardano verso l’esterno e catturano l’attenzione. Forme plastiche all’esterno che dialogano e si integrano con il paesaggio circostante; forme plastiche ed avvolgenti all’interno come a proteggere ed accudire coloro che ci entrano.
Il Goetheanum ospita un auditorium da 1000 posti con un grande palcoscenico, una sala prove, una serie di studi per artisti, uffici ed un bar. Dall’ingresso principale si accede all’auditorium, Grosser Saal, tramite due grandi scale che accompagnano il visitatore verso l’alto con un andamento a leniscata (un percorso ‘ad infinito’). Tutta questa parte interna è caratterizzata dal cemento a vista e quindi dai colori grigi, che si ravvivano con i raggi del sole nelle belle giornate e sotto la luce rossa riflessa dalla vetrata superiore. L’entrata verso sud invece è caratterizzata dal colore: colori pastello alle pareti che cambiano tonalità al salire delle scale, scale che salgono con un percorso a spirale che si restringe verso l’alto, collegando gli studi dell’ala sud.
La maestosità e grossezza che si manifesta all’esterno è riproposta anche negli spazi interni, dove tutto è grande ed imponente, gli spazi come gli arredi, ogni cosa è curata nel dettaglio, accuratamente rifinita e lavorata, gli angoli retti scarseggiano e perfino le finestre assecondano l’andamento insolito dell’edificio.
Il nome Goetheanum è un omaggio di Steiner al grande scrittore, filosofo e scienziato tedesco Goethe.
Rudolf Steiner
Il padre ideatore di entrambi gli edifici è stato Rudolf Steiner, uno spirito innovativo in innumerevoli campi della scienza naturale e spirituale, dai più conosciuto come il fondatore della pedagogia Waldorf, della medicina antroposofica e dell’antroposofia, movimento consacrato al rapporto tra l’uomo e il mondo spirituale. In seguito a numerose ricerche e lavori in campo architettonico sviluppò una teoria dell’architettura: un’architettura organica e spirituale, basata sui principi dell’antroposofia e sullo spirito umano. Il suo lavoro e le sue idee hanno creato la base per nuove correnti artistiche come l’euritmia, l’arte del movimento.
Dornach
Dornach è un piccolo paese della Svizzera vicino a Basilea, quasi al confine con la Germania. Dal punto di vista architettonico e culturale è una piccola scoperta per chi arriva a visitarlo.
Il paese si sviluppa in salita, in una zona collinare, con il centro dominato dall’alto dalla presenza del Goetheanum. Gli edifici di Dornach sono un tipico esempio di architettura svizzera, che unisce edifici moderni a preesistenza storiche.
Salendo dal centro verso il Goetheanum ci si accorge di un cambio stilistico in alcuni edifici, fino alla sommità. Molti edifici, abitazioni e non, furono infatti progettate da Rudolf Steiner ed il collegamento formale con il Goetheanum è immediato. Altri edifici furono imitati negli anni a venire e tutt’oggi si trovano dei cantieri in avanzamento in cui non è difficile individuare la scelta stilistica e formale.
Dornach, per quanto sia un sali e scendi, è un posto da vivere e conoscere a piedi, seguendo uno dei quattro ARCHITEKTUR-PFAD, percorsi d’architettura, che si sviluppano intorno al Goetheanum.
Sono stata 4 giorni in Svizzera e la maggior parte del tempo l’ho passato qui, al Goetheanum, perché è un edificio che si fa scoprire pian piano, rispettando la vita sociale che si svolge al suo interno, la riservatezza e la compostezza del luogo.
Ringrazio il Sig. Giuseppe Acconcia per la sua disponibilità durante la mie visite al Goetheanum, per le spiegazioni preziose e per l’aiuto nel muovermi all’interno dell’edificio. Ringrazio anche la Direzione per avermi concesso, in tempi brevi, il permesso di fotografare l’interno di questo monumento architettonico.