Quest’estate, nonostante i picchi di freddo intenso, ci sono stati giorni dove non sapevo dove mettermi, letteralmente. Sapete quanto amo i luoghi incantati, fuori dal mondo, dove nascondermi per trovare un ritmo nuovo, che siano essi legati all’arte, all’architettura, alla natura.
Mi sono rifugiata un pomeriggio a camminare nella fresca brezza dell’Orto Botanico di Padova, dove ho scoperto piante da ogni dove e mi sono astratta dalla realtà.
Venite con me?
L’orto botanico di Padova è il primo orto universitario del mondo che si sia mantenuto intatto durante i secoli nella sua struttura e percorsi. E’ stato fondato nel 1545, tramite un decreto della Serenissima, col fine di coltivare, osservare, studiare e sperimentare le piante medicinali di ogni provenienza e specie.
Da secoli l’orto è un esempio per analoghe istituzioni intorno al mondo, proprio perchè permette di studiare, parallelamente ai testi, le piante e le loro proprietà, che soprattutto nel periodo della sua prima edificazione erano l’unica cura possibile.
Esso è ubicato nel centro storico di Padova ed entrando si ha la sensazione di entrare in una bolla di verde: il progetto viene attribuito a Daniele Barbaro e comunemente viene chiamato Horto Medicinale o Horto dei Semplici.
L’architettura che circonda queste aiuole è successiva: parte del complesso è stato edificato agli inizi del Settecento; invece la serra e il teatro botanico sono degli inizi dell’Ottocento e si riconoscono per l’uso della ghisa.
Altri lavori sono stati eseguiti molto più recentemente: l’università di Padova ha bandito un concorso internazionale sia per un progetto di valorizzazione del vecchio orto, sia per l’uso di una nuova area recentemente acquisita verso Sud.
Il progetto vincitore è di Vs Associati e ha come tema la biodiversità. Lo spazio diventa un microcosmo che illustra le diverse condizioni climatiche e (naturalmente) di vegetazione del pianeta.
Esso si sviluppa in cinque diverse serre, inserite in una galleria di vetro e acciaio, che saranno attraversate da un percorso che mostra i diversi microcosmi e le diverse condizioni climatiche del pianeta. Parallelamente verrà allestito un percorso a sfondo storico ed economico dell’utilizzo dei vegetali.
L’area si sviluppa verso la Basilica di Santa Giustina, e il progetto ha realizzato una serie di scavi e demolizioni verso quella vista, in modo da dare risalto anche al contesto storico-urbano. Splendida la vista che si apre, dopo un percorso fittamente alberato, sulla Basilica, sul prato e sulle serre.
L’acqua è decisamente la protagonista, ricordandoci ancora oggi come sia strettamente legata alla natura, alla città e alla vita.
Nessun dubbio sul perchè sia parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco! La pianta più antica è la palma che persino Goethe ammirò a lungo e di cui scrisse la bellezza, ma non solo: l’ Orto di Padova ha il vanto di aver introdotto in Europa l’acacia, la patata, il girasole e il gelsomino.