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La Basilica di Superga: storia, cultura e panorami mozza fiato

Una domenica soleggiata come quella di ieri a Torino, è stata un’ottima occasione per un piccolo fuori porta al tramonto.

Una delle mete turistiche della splendida città in cui vivo è la Basilica di Superga, edificio di valore storico-artistico e ambientale, opera di Juvarra. Si distingue come polo dell’ecosistema collinare e del territorio storico piemontese. Un’architettura incantevole.

2 settembre 1706 – Il duca di Savoia Vittorio Amedeo II e il principe di Carignano Eugenio di Savoia salirono sul colle per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli. Vittorio Amedeo, inginocchiatosi dinanzi ad un vecchio pilone, giurò che, in caso di vittoria in battaglia, avrebbe edificato un monumento alla Madonna.

Un tempo, il tragitto a salire veniva percorso con carrettini e carrozze trainate da muli il cui noleggio avveniva in Corso Casale, poi, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino del 1884, venne inaugurato il collegamento tramite una tranvia con un originale sistema funicolare; trasformato nel 1935 nell’attuale tranvia a dentiera con alimentazione a terza rotaia.
Quindi se non vi va di salire a piedi perchè faticoso e in auto perchè poco suggestivo, apprezzerete la dentera!

Filippo Juvarra progettò e diresse i lavori per la costruzione della Reale Basilica di Superga.
I lavori iniziarono nel 1713 con la preparazione del piazzale e si conclusero nel 1725 con la realizzazione delle due calotte della cupola al di sopra del tamburo.
I lavori per le Tombe Reali nel sotterraneo invece, sono opera di Francesco Martinez e Carlo Amedeo Rana. Qui si trovano le tombe dei Sovrani Sabaudi da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto e di altri 50 fra principi e principesse.

La chiesa è a pianta centrale, coperta da una slanciata cupola a doppia calotta impostata su un alto tamburo con ampie finestre. Il pronao è sorretto da 8 colonne corinzie in marmo di Gassino, mentre l’accesso è sottolineato da una solenne scalinata di gusto neoclassico.

Ai lati due campanili tardobarocchi (alti 60 mt) ispirati dal Borromini, alle spalle un grande edificio dalle linee squadrate, progettato come convento annesso, che si sviluppa attorno al chiostro posto lungo l’asse longitudinale. Il monastero, sempre su progetto di Juvarra, in origine ospitava la Congregazione dei sacerdoti Regolari, soppressa poi durante la Rivoluzione francese.

All’interno si aprono sei cappelle, due principali e quattro secondarie, dove sono custodite importanti opere pittoriche. Da sottolineare l’originalità dell’idea dell’alto basamento su cui si innalza l’edificio e dello slancio verticale del cilindro della chiesa.

La vista da qui è impareggiabile, la Basilica è stata studiata per essere in posizione dominante sulla collina, nel punto più alto, prolungamento ideale di Corso Francia. In collegamento visivo e simbolico con il Castello di Rivoli, dai qui si possono ammirare le Grandi Alpi, le valli circostanti, l’intera città e il corso del fiume Po che la attraversa. Dietro la Basilica il panorama si apre verso le colline del Monferrato.

Questa collina è stata anche il tragico teatro dell’impatto dell’aereo del “Grande Torino“, oggi meta di pellegrinaggio per molti tifosi e turisti.  Il 4 maggio 1949, di ritorno da una partita vittoriosa a Lisbona, l’aereo che riportava i calciatori in patria, causa forse principale le avverse condizioni atmosferiche, si schiantò contro la base del muraglione posteriore del complesso della Basilica.
Morirono nella sciagura 31 persone: tutta la grande squadra granata (titolari e riserve) i sei accompagnatori e l’equipaggio. Una grande lapide, qui sopra in foto, ricorda la tragedia della leggendaria squadra.

Manuela Olivero

Fondatrice del blog. Laurea in Design al Politecnico di Torino, Master in Tecnologia e comunicazione multimediale conseguito con il massimo dei voti. Esperienze lavorative molto diverse hanno plasmato il mio profilo poliedrico. Il web è il mio mondo, lo vivo dentro e fuori dal lavoro, mi appassiona e seguo ogni sua evoluzione per non restare mai indietro. Il design è nel cuore.

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