Il mondo del design e dell’arredamento è spesso associato a estetica e creatività, ma dietro ogni struttura impeccabile e ogni pezzo di arredamento di design si nasconde un intricato mondo di dettagli tecnici. Uno di questi dettagli, spesso trascurato ma di fondamentale importanza, sono i dadi meccanici. Questi semplici elementi di fissaggio svolgono un ruolo cruciale nell’assicurare la stabilità e la durabilità di mobili, decorazioni e strutture.
In questo articolo, esploreremo l’universo dei dadi meccanici, scoprendo come sono fatti, le loro diverse tipologie, e il loro impiego nell’ambito dell’edilizia e dell’architettura. Scopriremo anche la sottile ma significativa differenza tra dadi, viti e bulloni, evitando fraintendimenti comuni che possono sorgere quando ci si avventura nel mondo della minuteria industriale. Preparatevi a immergervi nel mondo affascinante e spesso sottovalutato dei dadi meccanici, dove la precisione e la scelta del giusto elemento di fissaggio fanno la differenza tra un capolavoro di design e una struttura instabile.
Che cosa sono i dadi
Si chiamano dadi quegli elementi di fissaggio che si utilizzano per fissare in modo saldo una vite; l’insieme tra una vite e un dado è detto bullone e questo accessorio si utilizza in tantissimi ambiti industriali e civili. Il bullone è molto utilizzato anche in edilizia e architettura, perché consente un fissaggio costante nel tempo, anche laddove una struttura è sottoposta a forze esterne di varia natura.
Come sono fatti i dadi meccanici
In parole semplici un dado è un anello metallico che presenta una filettatura al suo interno. Tale filettatura permette di avvitare il dado al terminale di una vite, rendendo più precisa e salda la sua chiusura. In ambito professionale esistono tantissimi tipi di dadi esagonali di diverse dimensioni, misure e materiali, per dare vita a bulloni adatti a diverse applicazioni.
La gran parte dei dadi meccanici ha forma esagonale, perché si tratta della soluzione più adatta ad essere serrata con gli attrezzi che il carpentiere, il muratore o il serramentista hanno a disposizione. In commercio si possono trovare anche dadi con anello terminale, solitamente chiamati golfari, così come dadi di forma quadrata o con alette; sono, però, tipologie di dadi sfruttate solo in situazioni particolari. I classici dadi esagonali possono presentare una finta rondella, una flangia o una zigrinatura, che permettono una maggiore tenuta in fase di fissaggio.
Particolari tipologie di dadi
Tra i dadi esagonali i più sfruttati sono in metallo, solitamente acciaio inossidabile o zincato e ottone; se ne trovano anche in materiale plastico, ma difficilmente sono sfruttati in edilizia e architettura, il loro uso è più diffuso in altri ambiti come ad esempio nella produzione di veicoli e macchinari. I dadi esagonali metallici sono poi disponibili in forme particolari, adatte a specifici utilizzi. Ad esempio lo spessore del dado può essere particolarmente basso o alto, oppure il passo del filetto può essere particolarmente fine o ampio.
Tra i dadi particolari più utilizzati possiamo ricordare quelli autobloccanti: all’interno presentano un piccolo inserto in materiale elastico, che permette di ripartire in maniera perfetta il carico presente sulla vite, dovuto anche a sollecitazioni esterne. Questo garantisce una maggiore tenuta nel tempo del fissaggio, evitando che le forze esterne causino un allentamento del dado sulla vite e un conseguente allentamento dell’intero bullone. Per migliorare la tenuta di un bullone si può utilizzare in alcuni casi anche un controdado, un altro elemento di fissaggio simile al dado, ma con una apertura a stella nella parte centrale, che di fatto fissa saldamente il dado soprastante.
Dadi, viti e bulloni
Spesso quando si tratta di minuteria si utilizzano termini che molte persone considerano generici e a volte intercambiabili. Invece in ambito professionale ogni termine ha un significato preciso, in modo che ci si possa intendere meglio quando si parla di un singolo elementi di fissaggio. I fraintendimenti sono pericolosi, per questo è bene che non avvengano. In ambito edile spesso il fraintendimento avviene con il termine bullone, che molte persone ritengono essere un sinonimo di vite. Invece il termine bullone deve sempre indicare un insieme tra dado e vite, perché si tratta di un elemento di fissaggio molto diverso da una semplice vite.