Quali elementi fanno esplodere la fama degli oggetti di design più famosi al mondo? Semplice, le emozioni che sono in grado di accendere. Come? Grazie a forme e colori che, combinati in modo perfetto, fanno si che questi pezzi d’autore diventino oggetto del desiderio per milioni di persone.
Alcuni hanno capito la forte correlazione tra colori ed emozioni, guardate ad esempio questo video con Alessandra Mastronardi mentre interpreta il viola, in una accezione rock per Falconeri. Vi ricorderete anche delle gemelle del design che del colore rosa hanno fatto un vero e proprio culto, realizzando la loro pink room alla Design Week.
Questi come altri colori, ci regalano emozioni. Ma non sono solo i colori ad entrare in gioco quando si parla di design, la forma infatti è una delle chiavi più potenti che il design possiede per comunicare. I materiali, invece, sussurrano al nostro cervello più antico un richiamo primordiale, che poi esplode attraverso il tatto.
Dalla Bocca di Gufram, all’intramontabile Sedia Universale, abbiamo in mente tutti oggetti di design famosi che hanno fatto la storia e lasciato un segno grazie al loro colore e alla loro forma.
Ecco i nostri preferiti: 5 oggetti di design famosi nel panorama internazionale che forse hai visto molte volte, ma non conosci a fondo.
1. Tra gli oggetti di design famosi il primo in classifica è il Sofà Bocca di Gufram. Icona Pop con un concentrato di sensualità, provocazione ed eleganza
La seduta scultura realizzata dagli architetti dello Studio 65, richiama la celebre installazione di Dalì degli anni trenta, ritratto dell’attrice di Hollywood Mae West. Inizialmente commissionata da un privato e poi commercializzata con grande successo, è stata ampiamente promossa dalle riviste di settore e non solo, si è fatta strada tra il pubblico.
2. Dondolo contemporaneo RAR Rocker dei geniali coniugi Eames. Stampo americano e visione avveniristica.
Nel primo dopoguerra americano, i Eames hanno disegnato nel 1948 la sedia più venduta al mondo tra le sedie a dondolo. Una delle icone del design di tutti i tempi, questo particolare modello è prodotto ancora oggi da Vitra. Piaceva, piace e continuerà a piacere a tutti. La sedia a dondolo RAR Rocker è un particolare “innesto” dal sapore moderno e retrò allo stesso tempo. Il guscio stampato e contemporaneo si appoggia su gambe in acciaio con piedi in legno decisamente industrial.
3. La Sedia Universale di Joe Colombo. La prima sedia al mondo realizzata in un unico stampo.
Oggetto di culto per i designer, la sedia 4867 è meglio conosciuta come Universal Chair. Il nome altisonante è assolutamente meritato, si tratta infatti della prima sedia in plastica al mondo stampata ad iniezione utilizzando un unico stampo. Chi poteva produrre un gioiello del design come questo? Kartell naturalmente, che della plastica ha fatto un suo tratto distintivo!
Incredibile esercizio di progettazione, questa sedia ha caratteristiche peculiari che la portano nella top list delle icone del design per eccellenza. E se non ci credete potete constatarlo con i vostri occhi, perchè quest’opera (in quanto tale) è esposta al Moma di New York.
La perfezione dei dettagli di questo prodotto è impareggiabile. Dal foro centrale nella scocca studiato per impugnatura, circolazione dell’aria e deflusso dell’acqua in caso di uso all’aperto. Agli incavi realizzati per impilare ad incastro perfetto. Per non parlare delle gambe, ideate per consentire l’accostamento di più sedute e allo stesso tempo smontabili trasformare la sedia in sgabello.
4. Guido Drocco e Franco Mello per Gufram. Icona Pop, vivace, verde brillante tra design, scultura ed elemento decorativo
Sempreverde, e non solo per il colore. Questo pezzo da collezione è un’icona indiscutibilmente ancora attuale. Si tratta del famoso appendiabiti Cactus di Gufram. Nato dall’esplosione creativa italiana degli anni settanta, è oggi un oggetto di design famoso a livello internazionale.
Questo oggetto così originale ha ribaltato il vivere domestico smuovendo i precisi confini tra interno ed esterno. Concepito inizialmente in verde smeraldo (purtroppo fuori produzione e chi ne ha uno se lo tiene strettissimo) e poi reinterpretato secondo colori e stili del momento.
Per tutti gli amanti del Cactus, ma anche di Bocca e Pratone, la Gufram sta lanciando i Guframini!
“La storia dei Guframini è in realtà la storia di una bellissima ossessione!”, afferma Charley Vezza, CEO e Global Creative Orchestrator di Gufam. “Abbiamo lavorato a questo progetto per quattro anni: volevamo che questi oggetti fossero identici ai loro fratelli maggiori. So che la gente potrebbe pensare che produrre miniature sia più facile che produrre la cosa reale, ma non lo è.
Ad esempio, nei primi prototipi del piccolo Cactus si vedeva una giunzione creata dallo stampo, una linea che l’originale non ha; per eliminare quei dettagli abbiamo dovuto lavorare su una nuova tecnica di produzione e brevettarla! Non sono solo semplici riproduzioni, ma prodotti reali con la loro anima; piccoli mobili sexy pieni di personalità.
5. Libreria Carlton di Ettore Sottsass. Rivoluzione creativa fuori dai canoni degli anni ottanta
Ettore Sottsass è un innovatore, lui stesso è icona tra le icone del design. La libreria Carlton, di dimensioni imponenti (fidatevi l’ho vista dal vivo), è un pezzo eccentrico ed estremamente colorato, facente parte del suo filone estroso fatto di colori accesi, asimmetrie evidenti, e totem geometrici disruptive.
La sua libreria di design funge sia da libreria vera e propria, sia da psichedelico divisorio. A prima occhiata decisamente destrutturata, fatta da elementi instabili (solo visivamente) che ricordano un precario castello di carte. Attraverso quest’opera, Sottsass ha sdoganato l’uso del laminato plastico nel design, che veniva considerato fino in quel momento un materiale povero.
Fondatore di un gruppo creativo formato da architetti e designer internazionali nominato Memphis, Sottsass guida la progettazione e realizzazione di molte opere d’arte. Nel pieno degli anni ottanta, questo gruppo, ha rivoluzionato il DNA del design dell’epoca, stravolgendo volontariamente i canoni della “bellezza” del tempo.