Da un mese è stata inaugurata la mostra a Milano “Zio Paperone e i segreti del deposito – storia e statica del simbolo di Paperopoli“, dedicata agli appassionati e alle appassionate dei fumetti e dell’architettura! L’idea di vedere il deposito di Zio Paperone in mostra mi incuriosisce tantissimo, essendo cresciuta con i numeri settimanali di Topolino!
Una prima sezione è dedicata a delle tavole inedite e al suo creatore Carl Barks, una seconda sezione invece all’albero genealogico della famiglia più famosa di Paperopoli.
Infine la parte nerd, ma in effetti chi non si è mai chiesto come facessero tutte quelle monete a stare nel deposito? Come ci sono entrate, la pianta dell’edificio come funziona e quali misteriosi segreti si nascondono al suo interno per proteggerla dagli attacchi della Banda Bassotti e della strega Amelia?
I dettagli architettonici e strutturali sono stati studiati dall’ingegnere Luca Sgambi, professore a contratto presso il Politecnico di Milano, il quale, assieme agli studenti del suo corso, ha ricostruito il progetto tecnico-strutturale del Deposito intero. Per capire meglio come è stato svolto questo lavoro ho chiesto a Enes Libohova che, con Michele Tonizzo, si è occupato della grafica e della sezione tecnica.
Siete riusciti a capire se il Deposito nella realtà sarebbe identico con i disegni esistenti o le necessità strutturali ne modificano integralmente l’aspetto?
Abbiamo usato i disegni di Don Rosa, un disegnatore americano, che aveva realizzato delle planimetrie abbastanza dettagliate del deposito. La ricostruzione del deposito a partire da quelle piante ricorda il tipico processo di realizzazione di un’opera: si ricevono le tavole dal committente e i disegni dall’architetto, che i tecnici devono interpretare per riuscire a soddisfare le esigenze sia architettoniche che costruttive.
Per questo il lavoro ha una grande valenza dal punto di vista didattico.
Quali vincoli vengono presi in considerazione?
Abbiamo attraversato in aula una fase di conceptual design molto lunga in cui tutti gli studenti hanno effettuato un brainstorming, dove sono stati definiti i parametri: fedeltà al disegno originale, coerenza con il disegno architettonico, la possibilità di nuoto delle monete, la capienza del deposito, la complessità costruttiva, l’efficacia a risposta sismica.
Parliamo delle monete: come avete fatto a capire come era possibile nuotarci dentro?
Le monete del Deposito sono tutte monete da dieci cent, non sono d’oro. Le monete nella vasca si comportano come un liquido, quindi il deposito lo abbiamo inteso come un bicchiere. Purtroppo non esistono proprietà scientifiche per delle monete, come per i liquidi e questo è stato un problema per noi.
La Banca d’Italia ci ha prestato 100 Euro in monete da 2 centesimi, perchè i 2 centesimi sono la moneta che più si avvicina ai 10 centesimi americani. In classe abbiamo poi effettuato le prove sperimentali per calcolare i parametri necessari.
Grazie alla collaborazione del laboratorio +Lab del Politecnico di Milano, diretto dalla professoressa Marinella Levi, Zio Paperone, la città di Paperopoli e il deposito vengono mostrati attraverso installazioni, plastici e statuette, realizzati grazie alla stampa 3D. Inoltre, una seconda installazione interattiva, realizzata da GlobalMedia, permette di vedere i rendering tridimensionali degli edifici più famosi di una città che tutti conosciamo benissimo anche senza esserci mai andati davvero.
La mostra è aperta dal 13 Giugno al 27 Settembre presso WoW spazio fumetto – Museo del Fumetto a Milano. Cosa aspettate a vedere Zio Paperone in mostra?