Uno dei luoghi più romantici di Venezia è certamente il cimitero nell’isola di San Michele. Qui si trova anche l’opera inaugurale di Mauro Codussi, architetto bergamasco che nel 1468 si stabilisce a Venezia. Proprio in quell’anno apre e dirige il cantiere che cambia radicalmente il modo di costruire a Venezia, portando l’architettura rinascimentale anche alla Serenissima.
Prendendo il vaporetto da Venezia in direzione dell’isola di Murano si può ammirare la facciata della chiesa di San Michele in Isola, direttamente esposta verso il mare. In passato l’ingresso principale era situato sulla facciata principale e i fedeli vi accedevano con le barche.
La facciata è trilobata, e ricorda decisamente l’opera di Leon Battista Alberti per il tempio malatestiano a Rimini, anche se in tutta la laguna e nel territorio che comprendeva l’antica Serenissima sono presenti altri illustri esempi di architettura simile. Si tratta inoltre della prima facciata interamente in conci regolari di tipo bugnato gentile in pietra d’Istria, un materiale lapideo proveniente dalle cave di Pola, attualmente in Croazia: dona un aspetto moderno, dai contorni puliti e precisi.
La facciata è divisa in tre registri: il primo presenta capitelli mescolati o “italici”, secondo la definizione dell’Alberti: vengono mescolati elementi di diversi ordini nel decoro di un solo capitello. Al secondo registro le lesene presentano il fusto tagliato da una cornice molto spessa e il terzo registro è costituito da una semicirconferenza con un ellisse centrale in pietra colorata.
Questo è un dettaglio che rimanda sempre al tempio malatestiano e di sicura particolarità, in quanto solitamente i tondi colorati provenivano da colonne “affettate”. In questo caso è stato costituito ex-novo, unendo altre parti, a sottolineare la sua importanza e centralità.
Il portale è opera di Ambrogio da Urbino, o Ambrogio Barocci. Il ricco decoro evidenzia prepotentemente la differenza degli influssi tra i due artisti. I decori del portale sono pesanti e ricordano in modo inequivocabile quelli del Palazzo Ducale di Urbino.
L’interno, oggi accessibile da un ingresso secondario dall’interno dell’isola, è costituito da tre navate con archi su colonne. I capitelli sono tutti diversi a coppie, secondo la regola della simmetria speculare. Le lesene presentano invece capitelli ornati con aquile, simbolo spesso ricorrente nell’iconografia veneziana. Il barco, zona del coro in centro alla pianta delle chiese veneziane, è qui sopraelevato e taglia trasversalmente il lato verso l’altare maggiore. Gli archi poggiano direttamente sulle colonne, privi di trabeazioni e sono inquadrati da semicolonne.
L’intera struttura ricorda il dipinto di Fra Carnevale, “presentazione di Maria al tempio”, degli anni 70 del 1400, ora conservato a Boston. Questa chiesa è il primo esempio di architettura rinascimentale veneziana e la considero personalmente una tappa obbligata, anche se non convenzionale, per chiunque visiti la città!